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"L'isola però non fu rimossa, e rimase lì, sola, nella Baia di Eldamar; e fu chiamata Tol Eressëa, cioè l'Isola Solitaria. Ivi i Teleri dimorarono come desideravano sotto le stelle del cielo, e tuttavia in vista di Aman e della riva senza morte."
Il Silmarillion, cap. V, "Eldamar e i Principi degli Eldalië"

Tol Eressëa, detta anche Isola Solitaria, è una grande isola al largo della costa di Valinor, nel continente di Aman. L'isola giaceva in origine nel mezzo del Grande Mare, lontano da tutte le terre, ma fu utilizzata da Ulmo come grande naviglio per trasportare gli Elfi dalla Terra di Mezzo ad Aman e fu infine ancorata nella Baia di Eldamar.

Etimologia[]

Tol Eressëa è un nome Quenya che deriva da tol ("isola") e er- ("uno, solitario"), e significa quindi "Isola Solitaria". Nella stessa lingua è chiamata anche Fairinor ovvero "Terra della Liberazione". Il termine equivalente in Noldorin è Dor Faidwen.

Descrizione[]

L'isola era posta nella Baia di Eldamar, davanti alle coste di Aman. Era lunga all'incirca 75 miglia e larga 50, il che la rendeva una delle isole più grandi del regno di Valinor. L'isola era inoltre attraversata da tre fiumi: il Gliding (il più lungo), il Gruir e l'Afros. Tra le città dell'isola figurano Avallónë, il porto principale, posto sulla costa sud-orientale, Kortirion, che sorgeva al centro dell'isola nella contrada di Alalminórë, e Tavrobel, presso la costa occidentale, non lontana dalla zona nota come Falassë Númëa.

Popolazione[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Teleri, Sindar, Noldor e Elwing.

La popolazione dell'isola era composta essenzialmente da Elfi della stirpe dei Teleri. Essi avevano come propio signore Olwë, il quale risiedeva ad Alqualondë sul continente di Aman. Dopo la fine della Guerra d'Ira molti Elfi, sia Sindar che Noldor, si stabilirono sull'isola andando ad incrementare la popolazione.

Storia[]

Tol Eressëa era in origine un'isola che sorgeva nel mezzo del Belegaer lontana sia dalle coste di Aman che dalle Terra di Mezzo. Ulmo la sradicò e con l'aiuto del suo servitore Ossë la utilizzò come naviglio per trasportare le tre stirpi degli Elfi avanti e indietro due volte. Ulmo l'ancorò inzialmente nella Baia di Balar, in cui il Sirion versava le proprie acque. Quindi i Vanyar e i Noldor si imbarcarono sull'isola e furono tratti per mare e giunsero infine alle lunghe spiagge di Aman. Ma la punta orientale dell'isola, che si era profondamente incuneata nelle secche alle Bocche di Sirion, si spezzò e lì rimase; e nacque così l'Isola di Balar.

Al secondo viaggio, invece, partecipò solo una parte dei Teleri, dato che molti decisero di non partire per amore del mare o perchè desiderosi di rimanere in attesa del proprio signore Elwë. Quasi verso la fine del viaggio, però, la schiera di Olwë però Ulmo di fermare il viaggio: la loro richiesta fu concessa e Ossë radicò nuovamente le sue fondamenta sul fondo del mare al largo della costa orientale di Aman, nella Baia di Eldamar, e i Teleri dimorarono sull'isola, vicini al mare e sotto la luce delle stelle.

Tol Eressea mappa

Mappa dell'isola

La separazione dalle altre due stirpi degli Elfi permise alla loro lingua di diversificarsi maggiormente rispetto a quelle dei Vanyar e dei Noldor. Affinchè anche i Teleri potessero godere della luce di Valinor, i Valar aprirono un varco nelle Pelóri, il passo di Calacirya, e così la luce dei Due Alberi si riversò sulla riva occidentale dell'isola, redendola verde e chiara. Qui sbocciarono i primi fiori che mai furono visti ad est di Aman.

Molti Teleri continuarono a vivere sull'isola, finchè il loro signore Olwë costruì la città di Alqualondë sulla riva nord-occidentale di Aman. Su Tol Eressëa venne inoltre trapiantato Celeborn, derivante dall'albero Galathilion di Tirion creato da Yavanna a immagine di Telperion. Da Celeborn discese poi Nimloth, l'Albero Bianco di Numenor.

Con la fine della Prima Era, giunsero a Tol Eressëa molti degli esuli Eldar della Terra di Mezzo e vi si stabilirono. Durante i primi anni della Seconda Era, gli Elfi che avevano scelto di vivere sull'isola costruirono la città di Avallonë nella parte occidentale dell'isola. Da questa città erano soliti partiri gli Elfi che desideravano visitare Númenór, finchè l'ombra non cadde sui Númenóreani e gli Elfi non furono più graditi a Númenór. I Númenóreani desiderosi di osservare la luce delle Terre Immortali erano soliti volgere il loro sguardo ad est alla splendida torre bianca di Avallonë, che potevano scorgere dalle punte orientali della loro terra.

Quando Ar-Pharazôn il Dorato infranse il Divieto dei Valar e salpò per le Terre Immortali con un grande esercito, Tol Eressëa fu circondata dalle sua flotte prima che raggiungesse Tirion ma non è noto se i suoi abitanti furono aggrediti o meno.

Dopo la caduta di Númenór, l'isola fu portata con il resto di Aman fuori da Arda e rimase raggiungibile solo attraverso la Strada Diritta.

Altre versioni del legendarium[]

Nelle prima versioni del legendarium di Tolkien, l'isola fu in seguito visitata da Ælfwine (o Eriol), un anglosassone, che fornì la struttura per i racconti che in seguito divennero Il Silmarillion. Altri siti che vengono citati sono: Alalminórë, la Terra degli Olmi, Kortirion e Tavrobel. Insieme a Ulmo, la sua grande balena Uin ebbe il compito di trasportare l'isola alla Baia di Eldamar.

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