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"«Nienòr guardando Túrin gridò: "Addio due volte amato! A Túrin Turambar turún' ambartanen: dominatore della sorte dominato dalla sorte! Felice tu che sei morto!»"
—Le ultime parole di Niënor, Il Silmarillion, cap. XXI, "Túrin Turambar".

Nienor, conosciuta anche come Niniel, fu una donna appartenente alla stirpe degli Edain della Casa di Hador, la quale visse durante la Prima Era nel Beleriand. Figlia di Húrin Thalion e di Morwen Eledhwen, fu sorella di Túrin Turambar e di Lalaith, ma non conobbe né suo padre né i suoi fratelli, salvo uno, essendo nata un anno dopo la Nirnaeth Arnoediad.

Mentre con la madre lasciava il Doriath per recarsi nel Nargothrond alla ricerca del fratello Túrin, lei e la sua scorta caddero vittima del drago Glaurung che, dopo averne disperso i membri, lanciò sulla giovane un incantesimo d'oblio che le fece dimenticare chi era e la costrinse a vagare a lungo nelle foreste del Brethil, finché non venne soccorsa da alcuni Uomini della Casa di Haleth presso i quali aveva trovato rifugio suo fratello Túrin.

Non riconoscendosi, i due fratelli s'innamorarono e si sposarono e questa fu una delle conseguenze più terribili della Maledizione di Morgoth sulla Casa di Húrin. Morì suicida nel 499 PE, dopo che Glaurung morente la liberò dall'incantesimo e le rivelò la verità su di lei e suo fratello.

Etimologia[]

Il nome Nienor è una parola di origine Sindarin che significa letteralmente "Lutto"; il nome le fu dato dalla madre in quanto la figlia nacque in un periodo particolarmente luttuoso per la Casa di Hador.

Quando venne soccorsa da Túrin e dagli Haladin del Brethil fu trovata piangente e nuda presso la tomba di Finduilas e, poiché non ricordava il suo nome, venne battezzata da questi Niniel, che significa "Fanciulla Piangente".

Biografia[]

Origini e nascita[]

Niënor nacque dall'unione tra Húrin Thalion, signore del Dor-lómin, e Morwen Eledhwen figlia di Baragund della Casa di Bëor. Quando suo padre partì per la Nirnaeth Arnoediad, dalla quale non sarebbe più tornato, ella non era ancora nata: nacque infatti nel 473 PE, diversi mesi dopo la cattura di Húrin e qualche tempo dopo la partenza di Turin per il Doriath. Venne dunque chiamata dalla madre Niënor, che in Sindarin significa "Lutto", a simboleggiare il periodo particolarmente luttuoso per la Casa di Hador e gli Edain in generale. Visse i primi anni nel Dor-lómin assieme alla madre, la quale riusciva a sopravvivere grazie all'aiuto di una cugina del marito che aveva sposato Brodda, mentre il fratello maggiore si trovava nel Doriath ospite di Thingol nella reggia di Menegroth.

Nel 484 PE Morwen decise di lasciare il Dor-lómin e, accompagnata da alcuni fedeli servitori della casata, riuscì a raggiungere il Doriath sperando di poter riabbracciare il figlio. Qui tuttavia le venne detto che Túrin aveva lasciato Menegroth da molto tempo, dunque alle due donne non rimase che rimanere ospiti di Thingol e Melian nella loro reggia. Niënor quindi, similmente al fratello, visse alcuni anni presso la corte di Menegroth venendo educata come una principessa.

La fuga dal Dor-lómin e l'incontro con Glaurung[]

Niënor disarcionata by Denis Gordeev

Niënor viene disarcionata e separata dalla sua scorta by Denis Gordeev

Nel 496 PE alcuni superstiti del Nargothrond raggiunsero il Doriath e portarono notizie di Turin, rivelando che egli era la Spada Nera del Nargothrond e continuava a combattere contro le forze di Morgoth. Ignorando che Túrin si era diretto verso il Dor-lómin ingannato dalle parole di Glaurung e spinta dal desiderio di rivedere il figlio, Morwen chiese al Re di lasciare che lei e la figlia raggiungessero le terre del Nargothrond: a nulla valsero le parole del Re e della sua Regina per tentare di dissuaderla e non accettò neanche di partire da sola lasciando Niënor nel Doriath, in quanto il timore di separarsi dall'amatissima figlia le risultava insopportabile. Alla fine le due donne lasciarono da sole la reggia, dirette verso il Nargothrond e Thingol, preoccupato per la loro sorte, inviò sulle loro tracce una truppa di cavalieri guidati dal suo capitano Mablung per riportarle indietro.

Niënor and Glaurung by Elena Kukanova

Niënor viene maledetta da Glaurung, Elena Kukanova [1].

Il capitano elfico e i suoi guerrieri raggiunsero due donne presso Amon Ethir e le bloccarono il passaggio, dicendo che dopo di esso iniziava il territorio di Glaurung e dunque era troppo pericoloso. Per una beffa del destino la compagnia s'imbatté proprio nel drago, il quale evocò una coltre di fumo e fiamme per disperdere i cavalieri del Doriath. Niënor venne disarcionata dal suo cavallo e, separata dal resto del gruppo, cominciò a correre per il terrore; tuttavia i suoi passi la condussero proprio dinnanzi al drago e per la paura si immobilizzò davanti a Glaurung. La bestia, avendo riconosciuto in lei la sorella di Túrin, non la uccise ma colse anzi l'occasione per infliggere ancora più dolore alla Casa di Hador: lanciò infatti su di lei un incantesimo di oblio, eliminandole i ricordi della vita passata e togliendole la facoltà di parlare e di sentire per poi lasciarla andare soddisfatto, delle sue azioni malevoli.

Vita nel Brethil e matrimonio con Túrin[]

Turin soccorre Niënor by Denis Gordeev

Turin soccorre Niënor in un'illustrazione di Denis Gordeev

Dopo lunghe ricerche Mablung e i suoi cavalieri riuscirono a ritrovare Niënor che, perso il senno, vagava da sola con i vestiti a brandelli in prossimità delle rovine del Nargothrond. Dopo averla presa con sé e tranquillizzata si mossero per riportarla nel Doriath, dove forse la magia di Melian avrebbe potuto alleviare gli effetti dell'incantesimo del drago. Tuttavia, mentre percorrevano la strada verso Menegroth, la compagnia venne assalita da una truppa di orchi e nella concitazione della battaglia Niënor fuggì nella foresta inseguita dai servi di Morgoth.

Dopo una spossante fuga riuscì a seminare gli Orchi per poi vagare sperduta tra i boschi del Brethil finché, spossata dalla stanchezza, non giunse presso la tomba di Finduilas e vi si accasciò piangendo. Qui venne trovata da alcuni Haladin di ritorno da una scorreria contro gli orchi e al comando di questi c'era suo fratello Túrin il quale tuttavia, non avendola mai vista, non riconobbe la sorella vedendo in lei solo una fanciulla nuda e sfinita bisognosa d'aiuto. Siccome Niënor non parlava e non ricordava neppure il proprio nome fu chiamata Niniel (nome che significa "Fanciulla Piangente") da Túrin il quale, ricopertala con il proprio mantello, la prese in braccio e la portò con sé a Eithel Brandir, affidandola alle capaci di cure di Brandir lo Zoppo il quale s'innamorò perdutamente della ragazza anche se non ricambiato.

La scioccante verità e il suicidio[]

Nel 497 PE le forze di Morgoth invasero il Brethil intenzionate a schiacciare l'ultimo resto di Uomini che ancora si opponevano al suo dominio. Benché Niniel fosse restia a lasciarlo partecipare ai combattimenti, alla fine Túrin venne convinto ad impugnare nuovamente Gurthang e sbaragliò le forze degli orchi in una grande battaglia. Tuttavia il fatto che la Spada Nera fosse stata avvistata attirò l'attenzione di Glaurung, il quale lasciò la sua tana nel Nargothrond e cominciò a dirigersi verso il Brethil spargendo morte e distruzione lungo il suo cammino..

Accompagnato dai compagni Hunthor e Dorlas, Turin andò quindi incontro alla bestia intenzionato ad uccidere il drago e proteggere da esso gli Haladin, i quali lo accusavano di aver attirato la sventura sul loro popolo. Alla fine l'eroe riuscì ad uccidere il drago, tuttavia mentre estraeva la spada uno schizzò del suo sangue velenoso lo colpì alla faccia facendolo svenire e rimanere in uno stato di morte apparente. Ciò che né Turin né i suoi compagni sapevano era che Niniel, seguita da Brandir, aveva deciso di non attendere il ritorno dello sposo e raggiunse il luogo dove il drago era stato abbattuto prima di chiunque altro.

Niënor scopre la verità by Denis Gordeev

Qui come vide Turin a terra cominciò a disperarsi credendolo morto e il suo pianto attirò l'attenzione di Glaurung morente, il quale colse l'occasione di utilizzare il suo ultimo respiro per un'ultima azione malvagia.

"Perché, alle grida di Níniel, Glaurung ebbe un ultimo sussulto, il suo corpo fu percorso da un fremito; e il Drago socchiuse gli occhi malvagi, che balenarono alla luna, e ansimando parlò e disse: «Salve, Niënor figlia di Húrin. Ci rivediamo, finalmente. Mi congratulo con te che hai trovato tuo fratello. E ora sappi chi è: uno che colpisce nell'ombra, sleale con i nemici, infido con gli amici, e una maledizione per tutti i suoi, questi è Túrin figlio di Húrin! Ma la peggiore delle sue azioni, la sentirai in te stessa.» E Niënor restò seduta, stordita, ma Glaurung morì. E come spirò, il velo della sua perfidia cadde da lei, e tutti i ricordi le tornarono nitidi, giorno dopo giorno, senza che mancasse nulla di tutto ciò che le era accaduto da quando era crollata sull'Haudh-en-Elleth. E tremò in tutto il corpo di orrore e angoscia."
Il Silmarillion, cap. XXI, "Túrin Turambar
The last moments of Nienor's life by Steamey

Niënor poco prima di gettarsi dalle cascate del Cabed-an-Aras, Steamey.

Il drago spezzò dunque l'incantesimo e Niënor riacquistò la memoria e, rendendosi conto di ciò che era accaduto, sprofondò nell'orrore e nella pazzia, cominciando a correre disperata. Brandir, che l'aveva faticosamente seguita e aveva ascoltato la scioccante rivelazione del drago, tentò di fermarla pregandola di attendere e calmarsi ma la fanciulla non gli diede retta. Dopo aver rivolto ultime parole di affetto e dolore al fratello ritrovato, Niënor si gettò dalle cascate del Cabed-an-Aras suicidandosi. Il suo corpo non venne mai ritrovato e in seguito al suicido di Turin venne eretto un tumulo sul quale, a ricordo, fu scolpita un'epigrafe per ricordare la fanciulla figlia di Húrin suicidatasi dopo aver più di tutti sofferto per la malvagità di Morgoth.

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