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Storia kullervo

Copertina dell'edizione Bompiani.

La Storia di Kullervo è il primo racconto scritto da J.R.R. Tolkien e rappresenta una sua reinterpretazione del personaggio di Kullervo del Kalevala ("Terra di Eroi"), raccolta di canti e miti dei contadini analfabeti delle campagne finladesi. Tolkien scrisse il nucleo del racconto tra il 1912 e il 1914, prima della sua partecipazione alla Grande Guerra, e successivamente lo abbandonò lasciandolo allo stato di bozza.

L'edizione italiana è pubblicata da Bompiani, a cura di Verlyn Flieger, e contiene al suo interno oltre al testo originale a fronte anche articoli di approfondimento sul legame della storia con il Kalevala e le opere successive.

Ispirazione[]

"[...] Tuttavia, non è un azzardo sostenere che senza il 'Kalevala' non ci sarebbe alcuna 'Storia di Kullervo' e senza 'La storia di Kullervo' non ci sarebbe alcun Túrin."
Verlyn Flieger, La Storia di Kullervo, Introduzione

Nel corpus tolkieniano questo racconto, pur non essendo legato alle vicende della Terra di Mezzo, rappresenta la prima bozza di eroe tragico in cerca di identità che diventerà poi Túrin Turambar ed è quindi un tassello fondamentale per lo sviluppo di una delle tre grandi storie che costituiscono Il Silmarillion.

La storia del racconto di Tolkien segue quella del Kalevala, che si articola su diversi componimenti distinti che formano però una sequenza coerente (seppur con alcune contraddizioni). Nel Kalevala, si narra la storia di una disastrosa lotta tra due fratelli, al termine della quale uno muore e l'altro diventa il sanguinario tutore del nipote, Kullervo. Maltrattato e violentato dallo zio e dalla moglie, il bambino sopravvive ad un'infanzia infelice, scampando a tre tentativi di omicidio (per annegamento, rogo e impiccagione) e riuscendo infine a vendicarsi, ma è distrutto dalla scoperta di aver involontariamente commesso un incesto con la sorella, che riconoscerà solo quando ormai sarà troppo tardi. La versione di Tolkien dà più profondità alla storia: aumenta la suspense, aggiunge mistero ed elementi psicologici e caratterizza maggiormente i personaggi. Pur mantenendo gli aspetti pagani e magici dell'opera, alcune vicende e relazioni sono modificate e rendono il Kullervo di Tolkien un personaggio originale.

Trama[]

La storia è incompleta sia nel senso che la trama non è stata sviluppata del tutto, sia perché Tolkien inizia seguendo la nomenclatura del Kalevala e nel corso della scrittura sostituisce i nomi e i soprannomi con altri di fantasia, lasciando invariati solo quelli dei personaggia principali.

La trama è ambientata nei giorni antichi della magia e si concentra su due fratelli: Kalervo e Untamo il Malvagio, stregone maligno e uomo di grande potenza. Kalervo dimorava presso fiumi ricchi di pesci e viveva in tranquillità: la sua sposa aveva dato a lui un figlio e una figlia ed era vicina all'ora di un nuovo parto. Untamo bramava però le terre del fratello e iniziò così uno scontro aperto fra i due durante il quale però nessuno riuscì a sopraffare l'altro. Così Untamo radunò e armò i suoi servi e schiavi e marciò nelle terre di Kalervo. Qui, uccise il fratello e mise a ferro e fuoco la sua dimora uccidendo uomini e animali, eccetto che per la moglie e i due figli, che trasse con sè per ridurli in schiavitù.

La moglie di Kalervo dà alla luce due gemelli durante la prigionia: Kullervo ("Ira") e Wanona ("Pianto"). Incapace però di curarsi di loro a causa del dolore, i due crescono in modo selvaggio stringendo un forte legame tra loro e disprezzando il fratello e la sorella maggiori. Kullervo, seppur di brutto aspetto, eredita dal padre una forza straordinaria, mentre la sorella una bellezza eccezionale. I due crescono rapidamente e passano il loro tempo girovagando nei boschi con il loro unico amico Musti, il cane da caccia di Kalervo dai poteri soprannaturali che li protegge e fa loro da compagnia.

Kullervo viene a sapere dalla madre della morte di Kalervo e riceve da questa il coltello del padre. Giura quindi di vendicarsi, ma lo zio viene a sapere del giuramento e decide di provare ad ucciderlo per ben tre volte: per annegamento, rogo e impiccagione. Kullervo si salva in tutte e tre le situazioni grazie alla magia di Musti. Non riuscendo ad ucciderlo, e rivelandosi inutile come schiavo per il suo eccessivo uso della forza, lo zio Untamo decide di venderlo come schiavo in un luogo lontano al fabbro Asemo.

Il fabbro lo pone al servizio della moglie, figlia di Koi, regina delle paludi del Nord. Indispettita dall'atteggiamento di Kullervo, questa decide di mandarlo a pascolare il gregge preparandogli per pasto una torta con all'interno delle pietre con le quali si rompesse i denti. Tuttavia Kullervo si accorge della sorpresa nella torta quando, cercando di tagliarla, rompe il coltello del padre. Arrabbiato per questo, chiama a raccolta gli orsi e i lupi dei boschi e lascia che sbranino il gregge. Non soddisfatto, camuffa con la magia gli animali feroci in vacche e li conduce alla stalla dove azzannano e feriscono a morte la moglie del fabbro giunta per mungerle.

Fugge infine nei boschi per cercare di tornare dallo zio e vendicarsi per la vita orribile che è stato costretto a vivere. Viene aiutato a trovare la via di casa dalla Signora della Foresta, che però lo mette in guardia di un pericolo. Non curante di ciò, Kullervo prosegue e in una radura incontra un ragazza molto bella che si è persa nei boschi. Attratto da quest'ultima, la violenta e seduce e rimane a dimorare con lei nei boschi. Finchè un giorno, la ragazza chiede a Kullervo di raccontarle della sua origine e da quale stirpe provenga. Scoperta la verità, prima che Kullervo possa fermarla, ella si gettà da una cascata e muore. Kullervo comprende infine che la ragazza era infatti sua sorella Wanona, il cui volto aveva dimenticato negli anni dell'esilio, e si dispera.

Il racconto si interrompe a questo punto e nel manoscritto seguono semplici appunti su come la storia si concluda.

Kullervo si reca alla casa di Untamo e mosso dall'ira distrugge tutto, aiutato da un esercito di orsi e lupi che svaniscono nella sera e uccidono anche Musti che li stava seguendo. Gli appare lo spettro della madre che lo informa che suo fratello e sorella maggiore, oltre che lei stessa, sono tra coloro che sono morti nell'attacco. Inoltre, conferma di aver incontrato sua figlia Wanona nell'oltretomba e di sapere che è morta suicidandosi. Sconvolto dalla conferma di ciò che credeva fosse avvenuto, Kullervo attraversa il villaggio distrutto, inciampa nel corpo di Musti e raggiunge la radura in mezzo al bosco. Estrae quindi la sua spada chiedendole di ucciderlo. La spada risponde che lo farà con ancor più gioia di quanta ne abbia provato prendendo la vita di Untamo, dato che Kullervo si è dimostrato ancora più malvagio. Kullervo si uccide quindi con la sua stessa spada.

Personaggi[]

Kullervo[]

Kullervo, figlio di Kalervo, è un uomo forte e precoce con una predispozione verso la magia. Non è bello, né elegante: ha la pelle scura e i lineamenti irregolari. È basso di statura, massiccio e malfatto nei lineameti del corpo. Tolkien lo descrive inoltre come burbero, iroso e solitario, legato solo alla sorella Wanona e al cane Musti. Cova rancore ed è isolato ai margini della società perché non è in grado o semplicemente non vuole farne parte.

Il personaggio è la prima bozza di quello che diventerà in un contesto diverso Túrin Turambar. Ci sono infatti diversi elementi in comune: l'orfano sventurato, la sorella sconosciuta, il coltello ereditato, la famiglia distrutta e le sue conseguenze psicologiche, l'amore proibito tra due giovani soli, l'incesto, la disperazione e l'annientamento di sé tramite la spada.

Wanona[]

Sorella gemella di Kullervo, è dotata di estrema bellezza. Sviluppa un forte legame con il fratello durante l'infanzia ed è l'unica per cui Kullervo rimpiange il suo esilio. Andata alla ricerca di bacche per la madre, si perde nei boschi addentrandosi sempre più in profondità. Viene ritrovata da Kullervo, dal quale viene inizialmente violentata e poi sedotta, non essendosi riconosciuti. Scoperta la verità, si suicida.

Il personaggio è chiaramente fonte di ispirazione per Niënor, sorella di Túrin, in quanto svolge lo stesso ruolo del racconto.

Musti[]

Musti è il cane da caccia del defunto Kalervo. È molto saggio e dotato di poteri soprannaturali che utilizza per aiutare Kullervo a salvarsi dai tre tentativi di omicidio organizzati dallo zio. Diventa una sorta di figura tutelare e gli insegna parte della sua magia.

Rappresenta la versione abbozzata del successivo personaggio di Huan, cruciale aiutante nell'avventura di Beren e Lúthien. Rispetto alle differenze tra Kullervo e Túrin, Huan è molto simile a Musti tanto che l'unica differenza è difatto il nome.

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