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"La sua casa era perfetta, che vi piacesse il cibo, o il sonno, o il lavoro, o i racconti, o il canto, o che preferiste soltanto star seduti a pensare, o anche se amaste una piacevole combinazione di tutte queste cose. In quella valle il male non era mai penetrato"
Lo Hobbit, cap. III, "Un breve riposo".

Gran Burrone (Rivendell in originale), conosciuto anche coi nomi di Imladris o Karningul, era un piccolo reame elfico della Terra di Mezzo fondato dal saggio Elrond Mezzelfo nella seconda metà della Seconda Era e da esso governato fino alla fine della Terza Era.

Con l'avanzare dei secoli, man mano che gli Elfi salpavano alla volta di Aman, divenne usuale riferirsi a questo luogo anche come "l'Ultima Casa Accogliente ad Est del Mare", poiché era uno dei pochi luoghi nella Terra di Mezzo dove i Noldor vivessero ancora piuttosto numerosi, tra i quali vi erano anche personaggi illustri come Glorfindel, ed inoltre vi era conservata molta dell'antica saggezza delle passate ere del mondo, grazie all'opera del suo signore Elrond.

Dopo la caduta dell'Arthedain, le reliquie della Linea di Isildur (i Frammenti di Narsil, lo Scettro di Annúminas, l'Anello di Barahir e la copia dell'Elendilmir) vennero custoditi da Elrond a Gran Burrone, il quale si preoccupò anche di ospitare ed educare tutti i discendenti dei Capitani dei Raminghi; tra questi vi fu il giovane Aragorn Elessar, il quale, con il nome di Estel, visse la propria infanzia nelle aule di Elrond e vi incontrò la sua futura sposa Arwen Undómiel.

Nel 3021 TE, una volta assicurata la pace alla Terra di Mezzo grazie alla sconfitta di Sauron nella Guerra dell'Anello, Elrond decise di partire alla volta di Aman assieme agli altri Portatori degli Anelli, e cedette dunque la signoria di Gran Burrone ai figli Elladan e Elrohir.

Tuttavia è altamente probabile che i figli di Elrond non vi rimasero che pochi decenni prima di seguire a loro volta il padre, poiché alla morte di Aragorn nel 120 QE risultava ormai completamente abbandonato.

Etimologia[]

In Sindarin Imladris significa letteralmente "profonda e stretta valle del burrone" dalle parole imlad (valle stretta e profonda) e riss (fenditura, burrone). In Quenya era noto come Imbeláris o come Latimberista ovvero "lunga e stretta valle tagliata". In Noldorin prendeva il nome di Imladrist. In Ovestron era invece nota come Karningul, che ha lo stesso significato di Imladris. Il nome Gran Burrone è la traduzione italiana del nome "Rivendell"; in una delle prime traduzioni de Lo Hobbit e de Il Signore degli Anelli era chiamata anche Forra-spaccata.

Descrizione[]

La valle di Imladris[]

Rivendell by Ted Nasmith

Veduta della Valle di Imladris, Ted Nasmith.

Il reame elfico di Gran Burrone si trovava nell'omonima vallata, creata durante gli Anni degli Alberi dal Vala Oromë per permettere agli Elfi di attraversare le Montagne Nebbiose durante il Grande Viaggio.

L'Ultima Casa Accogliente situata in una profonda valle ricoperta da verdi prati fioriti e attraversata dalle rapide e gorgoglianti acque del Bruinen che vi scorreva in un letto roccioso e che in alcuni punti formava piccoli acquitrini. Era fiancheggiata da alte pareti che scendevano a precipizio, solcate da numerosi canaloni che talvolta erano così stretti da poter essere attraversati con un salto ma da cui scendevano cascate le cui acque confluivano mediante piccoli ruscelli nel Bruinen. In alcuni punti la roccia era fissurata da profondi ed invalicabili crepacci. La sommità delle rocciose mura della valle era ricoperta da boschi di scuri pini. In fondo alla valle, verso oriente, si stagliavano alti i picchi innevati delle Montagne Rocciose. Il sentiero che conduceva nella valle nascosta era segnalato da bianche pietre, piccole o grandi, poste a destra e a sinistra, spesso parzialmente ricoperte dall'erica e dal muschio affinché passassero inosservate ai più. Scendeva serpeggiante, intagliato nella roccia ed era fiancheggiato dapprima da pini poi, procedendo verso il basso, da querce e faggi. Giunto a fondovalle il sentiero diventava ben tracciato e valicava le acque del torrente mediante un ponte di pietra senza parapetto, stretto al punto che poteva passarvi un solo cavallo per volta ed illuminato da lanterne. L'aria della valle era impregnata del profumo del legno e della resina dei pini e la sera vi risuonavano le voci degli elfi che solevano cantare sotto il cielo stellato[1].

Il potere dell'anello elfico Vilya (l'Anello dell'Aria), il più potente dei Tre, indossato da Elrond, garantiva l'imperitura bellezza della valle e la sua protezione, tanto che nessuna creatura malvagia poteva entrarvi. Elrond era in grado di governare le acque del Bruinen gonfiandole all'occorrenza per sbarrare la strada o travolgere i nemici[2].

La Casa di Elrond[]

La Casa di Elrond era un grande palazzo situato sulla sponda nord del Bruinen dove il Sire Elfico e molti dei suoi sudditi avevano la propria dimora e dove chiunque fosse nemico dell'Oscurità poteva trovare riposo e conforto. In nessuna delle opere di Tolkien vi è una descrizione precisa di questo luogo, ma solo degli accenni frammentari: si suppone che fosse molto grande, costituita da diversi edifici in legno e pietra collegati tra loro da tortuosi corridoi e disposti su molti livelli. Era dotata di molte camere confortevoli, almeno una parte delle quali (tra cui quella in cui alloggiò Frodo) si affacciava verso sud su un giardino e sul fiume[3]. Accanto ad esse vi erano inoltre ampie terrazze riparate, dove nelle calde sere d'estate gli abitanti della casa e gli ospiti potevano intrattenersi amabilmente. Possedeva un giardino pensile posto sopra il ripido argine del Bruinen nel quale vi era un portico laterale rivolto ad est. Gli eventi venivano annunciati dal rintocco delle campane. Lungo i corridoi si incontravano di tanto in tanto ampi sedili intagliati nella pietra[4]. Siccome nel corso dei secoli la città subì almeno un paio di assedi da parte delle forze del male, si può supporre che vi fossero delle fortificazioni ma di ciò non vi è certezza. È descritta come una dimora perfetta per chiunque volesse gustare buon cibo, dedicarsi al canto, ai racconti, al lavoro, al riposo, alla contemplazione o a tutte queste cose insieme[1]. Trascorrervi del tempo era una cura per la stanchezza, la paura e la tristezza[5].

La sala da pranzo di Rivendell era costituita da un grande salone le cui pareti erano ricoperte di arazzi e al centro del quale vi era un lungo tavolo in legno. Ad un'estremità, su di un grande seggio posto su di una pedana, era solito sedere re Elrond. I seggi ai suoi fianchi erano solitamente occupati dagli ospiti più illustri. Su di un lato del tavolo e al centro vi era un seggio a baldacchino in cui soleva sedere Arwen[6].

Il Salone del Fuoco era un grande ambiente sorretto da due colonne nel quale gli Elfi di Gran Burrone si riunivano per ascoltare canti, musica e i racconti dei tempi antichi durante le grandi occasioni. In questa stanza le parole e il contenuto di tali canzoni e racconti parevano indurre il sonno e poi prendere forma diventando una visione. Per tutto il resto del tempo era vuota, immersa nel silenzio e dedicata alla lettura e alla contemplazione. Era illuminata da un solo focolare che restava acceso durante tutto l'anno[7].

Rivendell custodì per secoli i frammenti di Narsil, ivi portati da Valandil. Possedeva una forgia in grado di ripristinare spade naniche di quel rango in quanto nel TE 3018, a partire da essi, venne realizzata Andúril, la spada di Aragorn. Possedeva inoltre una grande biblioteca, ricca in particolare di libri e documenti storici nonché di mappe, di cui Elrond era il massimo esperto nella Terra di Mezzo[8].

Popolazione[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Noldor e Sindar.
Home to Rivendell by Raoul Vitale

Elfi di Gran Burrone, Raoul Vitale.

Non si conosce l'esatta popolazione di Gran Burrone, ma tra la città ed eventuali insediamenti circostanti doveva contare qualche migliaio di abitanti, per la maggior parte Elfi Noldor. Tuttavia nel corso dei secoli la popolazione diminuì costantemente, anche a causa degli Elfi che decidevano di raggiungere i Porti Grigi nel Lindon per poi partire alla volta di Aman. Gli abitanti più importanti della città furono:

Storia[]

Seconda Era[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Primo Assedio di Imladris.

Gran Burrone venne fondato da Elrond Mezzelfo nell'anno 1697 SE durante la Guerra tra Sauron e gli Elfi. Egli, dopo che l'Oscuro Signore attaccò l'Eregion, guidò i Noldor superstiti nella valle nascosta nel fianco delle Montagne Nebbiose e fondò una città-avamposto contro Sauron.

Le truppe degli Orchi attaccarono la città e la tennero sotto assedio, ma vennero respinti con gravi perdite. Nella città si stabilirono alcuni importanti signori degli Elfi, tra cui Glorfindel e Gildor. Quando venne formata l'Ultima Alleanza tra gli Elfi e gli Uomini, gli Elfi di Gran Burrone presero parte alla Battaglia di Dagorlad guidati dal loro signore Elrond.

Terza Era[]

Rapporti con i Dúnedain[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Secondo Assedio di Imladris.

Dopo la fondazione dei regni di Arnor e Gondor, Imladris fu sempre alleato dei Dúnedain del Nord, aiutandoli spesso nelle loro guerre contro le forze malvagie. Durante la Guerra tra Arnor e Angmar prestò soccorso ai Dúnedain in diverse battaglie, anche se alla fine questi furono sopraffatti.

Dopo la caduta dell'Arthedain il Signore di Imladris Elrond si offrì di ospitare i discendenti della Linea di Isildur, divenuti i Capitani dei Raminghi, e di educarne i figli alle antiche tradizioni finché essi non avessero riconquistato il trono. Fu così che tutti i discendenti di Arvedui, da Aranarth ad Aragorn, furono accolti a Gran Burrone: l'ultimo di questa serie fu appunto Aragorn che vi si stabilì nel 2933 TE assieme alla madre Gilraen dopo la morte del padre Arathorn. Fu passeggiando nei giardini della casa di Elrond che il giovane Dunadan conobbe Arwen, figlia del Signore Elfico, e s'innamorò di essa.

La missione alla Montagna Solitaria[]

Bilbo, Thorin e Gandalf a Gran Burrone by Denis Gordeev

Elrond traduce la mappa di Thrór per Thorin, Denis Gordeev.

Nel 2941 TE la Compagnia di Thorin, assieme a Bilbo e a Gandalf, si recò a Gran Burrone per chiedere l'aiuto di Elrond nella traduzione della Mappa di Thrór. Qui vennero assistiti e rifocillati ed Elrond raccontò la storia delle spade trovate nella tana dei troll dicendo che i loro nomi erano Orcrist e Glamdring, quest'ultima che era poi l'arma appartenuta al suo bisnonno Turgon.

Il Sire elfico tradusse poi la mappa, sulla quale era stato scritto un testo in Ithildin, permettendo alla compagnia di scoprire che la porta segreta sul fianco di Erebor si sarebbe rivelata con la luna del Giorno di Durin. Dopo la Battaglia dei Cinque Eserciti l'hobbit Bilbo Baggins e lo stregone Gandalf si fermarono alcuni giorni presso Elrond prima di proseguire di nuovo verso la Contea.

La Guerra dell'Anello[]

Sda-Alan-Lee-the-council-of-elrond

Nel 3001 TE Bilbo Baggins giunse a Gran Burrone per poi ripartire alla volta della Montagna Solitaria. In seguito il vecchio hobbit ritornò a Imladris e lì vi rimase trascorrendo il suo tempo nella traduzione di antichi testi e a comporre canzoni.

Nel settembre del 3018 TE Frodo lasciò la Contea per raggiungere Gran Burrone ma durante tragitto venne ferito dal Re Stregone a Colle Vento e solo grazie ad un miracolo i suoi amici riuscirono a portarlo in tempo da Elrond, che grazie ai suoi poteri riuscì ad estrarre la punta della Lama Morgul appena prima che gli raggiungesse il cuore.

Il 25 ottobre si tenne a Gran Burrone il Consiglio di Elrond per decidere della sorte dell'Unico Anello. Una delle possibilità ventilate era quella di nascondere l'Anello a Imladris, ma Elrond rifiutò dicendo che Gran Burrone non aveva il potere di opporsi a Sauron, qualora questo avesse sconfitto gli altri popoli liberi della Terra di Mezzo.

Durante il Concilio fu deciso che l'Anello sarebbe stato inviato a Mordor per essere distrutto e fu formata la Compagnia dell'Anello per assistere il Portatore Frodo Baggins nell'impresa. Dopo la sconfitta di Sauron Elrond rimase ancora qualche anno a Imladris per poi partire dalla Terra di Mezzo nel 3021 TE assieme a Gandalf e Galadriel alla volta di Aman, sancendo così la fine della Terza Era e l'inizio della Quarta.

Quarta Era[]

Al momento della sua partenza Elrond affidò la signoria su Gran Burrone ai figli Elladan ed Elrohir, che ancora non se la sentivano di abbandonare la Terra di Mezzo, ma ormai a Gran Burrone erano rimasti pochissimi Elfi (le stime variano da poche centinaia a poco meno di un paio di migliaia).

Con loro visse alcuni anni loro nonno Celeborn, il quale poi partì anche lui alla volta di Aman in un anno imprecisato della Quarta Era; non si sa se anche Elladan e Elrohir lo seguirono, ma è praticamente certo che lasciarono Imladris durante quell'era, anche perché Aragorn alla sua morte, avvenuta nel 120 QE, nelle sue ultime parole citò le "Bianche betulle del giardino di Elrond, ove nessuno più passeggia". Gran Burrone divenne quindi parte dei Reami Unificati di Arnor e Gondor ed Eldarion, figlio di Aragon e Arwen, ne fu il Signore.

Adattamenti[]

Lo Hobbit (1977)[]

Il Signore degli Anelli (1980)[]

Il Ritorno del Re (1980)[]

Trilogia de Il Signore degli Anelli e Trilogia (2001-2003) de Lo Hobbit (2012-2014)[]

Curiosità[]

Per Rivendell, Tolkien si ispirò alla Lauterbrunnenthal, che visitò insieme ad una comitiva di amici durante il lungo viaggio in Svizzera del luglio-agosto 1911. Lauterbrunnen significa "sorgente rumorosa" (secondo altre interpretazioni lauter significa "limpida", "pulita", "splendente"), pressoché equivalente al nome Sindarin Bruinen ("acqua rumorosa"), il fiume di Rivendell, che ne mantiene anche la fonetica.

Note[]

  1. 1,0 1,1 Lo Hobbit, Un Breve Riposo
  2. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Molti Incontri, pp. 287, 289
  3. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Molti Incontri, p. 303
  4. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Il Consiglio di Elrond, p. 304
  5. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Molti Incontri, pp. 288-289
  6. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Molti Incontri, p. 290
  7. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, Molti Incontri, pp. 293-294, 297-298
  8. Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, L'Anello va a Sud, p. 349
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