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"Eärendil era uomo di mare,
Eppur si attardava ad Arvernien;
Costruì una barca di legno
Per recarsi sino a Nimbrethil;
[...]'"
—Prima strofa del Canto di Eärendil, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. I, "Molti incontri".

Eärendil, conosciuto anche come Eärendil il Marinaio, fu un Mezzelfo che visse durante la Prima Era. Figlio dell'umano Tuor della Casa di Hador e dell'elfa Idril della Casa di Fingolfin, nacque a Gondolin nel 503 PE e fu uno dei più grandi eroi della Prima Era.

Nel 525 PE sposò Elwing, figlia di Dior Re del Doriath, e da lei ebbe Elrond Mezzelfo e Elros Tar-Minyatur; il primo divenne Signore di Gran Burrone, mentre il secondo fu il primo Sovrano di Númenor.

Attualmente Eärendil guida la sua nave Vingilótë nei cieli di Arda assieme al Silmaril che Beren e Lúthien rubarono a Morgoth formando la stella che gli Elfi chiamano Eärendil, la Stella della Speranza.

Nomi e etimologia[]

Eärendil è il nome che gli fu dato dal padre Tuor, di origine Quenya significa letteralmente "Amante del Mare". La madre Idril lo chiamò invece Ardamírë che significa "Gioiello di Arda".

In Sindarin era noto come Aerennel, mentre in Adûnaico il suo nome fu traslitterato in Azrûbel.

Biografia[]

Origini e la fuga da Gondolin[]

Idril, Earendil, Tuor by Šárka Škorpíková

Idril, Tuor e Eärendil, Šárka Škorpíková.

"In quei giorni si compì il tempo del desiderio dei Valar e della speranza degli Eldalië, poiché Idril, colma d'amore, diede a Tuor un figlio, che fu chiamato Eärendil, il Mezzelfo, nome coniato con la lingua dei Gondolindrim; e questo accadde che erano trascorsi cinquecentotré anni dall’avvento dei Noldor nella Terra di Mezzo. Di incomparabile bellezza era il bimbo; aveva la pelle d'un candore luminoso e occhi di un azzurro che vinceva quello del cielo nelle terre del sud - più intenso degli zaffiri sulla veste di Manwë; sul suo volto splendeva la venustà e la sapienza degli Eldar e la forza e l’ardire degli Uomini antichi."
Racconti Perduti, parte III, "La Caduta di Gondolin".

Eärendil nacque a Gondolin nel 503 PE dall'unione tra l'eroe umano Tuor della Casa di Hador e da Idril figlia di Re Turgon di Gondolin. Quando aveva appena sette anni la città fu attaccata e saccheggiata dalle truppe di Morgoth: durante la battaglia Maeglin, cugino di sua madre e traditore che aveva permesso all'Oscuro Signore di scoprire la città, rapì lui e Idril dalla loro dimora intenzionato ad uccidere il bambino gettandolo da uno strapiombo obbligando la madre ad assistere.

Tuttavia l'intervento di Tuor e dei suoi guerrieri impedì al traditore di portare a compimento i suoi piani, così Maeglin tentò di pugnalare Eärendil ma questi gli morse la mano riuscendo dunque a fuggire e permettendo al padre di scagliarsi contro l'elfo e ucciderlo.

Tuor affronta Maeglin

Tuor affronta Maeglin.

"Maeglin teneva Idril per i capelli e cercava di trascinarla fino ai bastioni, per crudeltà del cuore, affinché vedesse Eärendil precipitare nelle fiamme; ma il bimbo lo ostacolava e lei, per quanto sola, combatteva come una tigre, seppure bella e sottile. Egli ora lottava tra le imprecazioni e perdeva tempo, mentre la gente dell'Ala s'avvicinava - ed ecco che Tuor lanciò un grido così possente che gli Orchi lo udirono di lontano e ondeggiarono a quel suono. Come uno scoppio di tempesta la guardia dell'Ala piombò in mezzo agli uomini della Talpa, che furono dispersi. Quando Maeglin vide, tentò di pugnalare Eärendil con un suo stretto coltello; ma il bimbo gli morse la mano sinistra, affondandovi i denti, e quello vacillò e colpì debolmente, cosicché la lama fu respinta dalle maglie della piccola armatura: al che Tuor fu su di lui, e la sua ira era terribile a vedersi. Afferrò Maeglin per il braccio che reggeva il pugnale e glielo spezzò torcendolo, quindi lo sollevò per la vita e balzò con lui sulle mura, da dove lo scagliò lontano."
Racconti Perduti, parte III, "La Caduta di Gondolin".
The Fall Of Gondolin by ivanalekseich

Tuor, Idril e Eärendil fuggono da Gondolin, ivanalekseich

Dopo essere stati liberati da Maeglin, Tuor affidò la moglie e il figlio all'amico Voronwë affinché li portasse in salvo attraverso il passaggio che Idril aveva fatto costruire in segreto, tuttavia la fanciulla non volle lasciare la città fino a che il marito non l'avesse raggiunta. Dopo che Tuor li raggiunse assieme ad altri superstiti della città, Eärendil lasciò la valle di Tumladen assieme ai genitori e non potè fare altro che assistere da lontano alla distruzione della città. Fu forse uno dei pochi a rimpiangere Salgant, il Capo della Casata dell'Arpa che, in passato, quando era ospite della casa di suo padre, lo intratteneva cantando allegri motivetti e facendo buffe smorfie.

Questi si unirono ai rifugiati del Doriath e fondarono un piccolo principato elfico alle foci del Sirion nella regione dell'Arvernien. Qui Eärendil crebbe appassionandosi alle arti marinare ed ebbe frequenti rapporti con Círdan il Carpentiere, che regnava poco lontano sull'Isola di Balar.

Nel 525 PE Eärendil sposò la principessa Elwing, figlia del Re del Doriath Dior, che portò in dote il Silmaril che i suoi nonni Beren e Lúthien rubarono dalla corona di Morgoth. Dalla moglie Eärendil ebbe due figli cui dette il nome di Elros ed Elrond.

Siccome non si era mai rassegnato alla perdita dei genitori, partiti per Valinor e mai più ritornati, Eärendil costruì assieme a Círdan una grande nave per la navigazione transoceanica che battezzò Vingilótë, con la quale compì diversi viaggi verso l'Ovest nella speranza di raggiungere Valinor.

L'attacco di Mædhros e Maglor e l'arrivo a Valinor[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Terzo Fratricidio.
Elwing raggiunge Eärendil by Steamey

Elwing raggiunge Eärendil grazie a Ulmo, Steamey.

Mentre era impegnato in uno dei suoi viaggi, i figli di Fëanor Mædhros e Maglor attaccarono la sua residenza per ottenere il Silmaril in possesso di Elwing in quello che divenne noto come il Terzo Fratricidio. I due uccisero molti sudditi di Eärendil e rapirono Elros e Elrond, anche se molti furono salvati dalle navi di Círdan e Gil-galad che giunsero in soccorso degli assediati.

Elwing si lanciò da una scogliera con in mano il Silmaril, ma venne trasformata in un cigno da Ulmo. La moglie lo raggiunse dunque in mezzo al mare e, dopo che ella gli ebbe raccontato l'accaduto, si convinse a proseguire il suo viaggio verso Ovest facendosi guidare dalla luce del Silmaril. Grazie alla luce del gioiello, che disperse le nebbie che oscuravano Aman alla vista dei mortali, Eärendil e Elwing e i tre marinai Falathar, Erellont e Aerandir riuscirono a giungere al Reame Beato.

Eärendil Searches Tirion by Ted Nasmith

Eärendil giunge a Tirion in un giorno di festa, Ted Nasmith.

" [...] scorsero Tol Eressea, ma non vi si soffermarono e alla fine gettarono l'ancora nella Baia di Eldamar, e i Teleri, vedendo quella nave che veniva dall'Oriente, restarono sbalorditi: da lungi scorsero la luce del Silmaril, che era fortissima. Poi Eärendil, primo degli Uomini viventi, sbarcò sulle spiagge immortali; [...] Allora Eärendil disse a Elwing: «Aspettami qui. Uno solo infatti può portare il messaggio, e il destino vuole che sia io». E penetrò nell'entroterra, salendo e giungendo al Calacirya, e la contrada gli parve vuota e silente; perché, come Morgoth e Ungoliant in ere passate, ora anche Eärendil era giunto in un periodo di festa, e quasi tutti gli Elfi si erano recati a Valimar o stavano radunati nelle aule di Manwë in Taniquetil, mentre ben pochi stavano di guardia sulle mura di Tirion."
Il Silmarillion, cap. XXIV, "Il Viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira".

Mentre si aggirava per le strade deserte della città di Tirion Eärendil fu raggiunto da Eonwë, il quale gli diede il benvenuto e lo portò presso le Aule di Manwë sul Taniquetil.

"Ed Eärendil chiamò forte in varie lingue, sia elfiche che umane, ma nessuno gli rispose. Sicché alla fine si volse per tornare al mare; ma, proprio mentre imboccava la strada che vi conduceva, ecco uno stare sul colle e apostrofarlo a gran voce, gridando: «Salute, Eärendil, il più famoso di tutti i marinai, l'atteso che giunge inaspettatamente, il desiderato che arriva al di là di ogni speranza! [...]»"
Il Silmarillion, cap. XXIV, "Il Viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira".

Ricevuto dai Valar Eärendil implorò pietà per i Noldor e invocò il soccorso delle Potenze affinché salvassero i Popoli del Beleriand dalla tirannia di Morgoth. Mentre intercedeva presso i Valar sua moglie Elwing si recò ad Alqualondë, dove ancora regnava il suo pro-prozio Olwë e raccontò ai Teleri le miserie del suo popolo e della morte della sua famiglia, commuovendoli e spingendo i loro signori ad intercedere presso le Potenze.

Alla fine Manwë accolse le loro richieste ma, essendo Eärendil e Elwing due Mezzelfi, pose gli sposi dinnanzi ad una scelta: potevano scegliere la mortalità e tornare nella Terra di Mezzo assieme ai loro figli per vivere una vita lunga ma comunque destinata a finire, oppure rimanere a Aman e scegliere il destino dei Primogeniti divenendo immortali. Eärendil, che pure era molto legato alla stirpe di suo padre e avrebbe voluto scegliere la mortalità, si rimise alla decisione della moglie, la quale scelse l'immortalità.

Allora i Valar trassero dal mare Vingilótë e la coprirono con le proprie benedizioni dandogli la facoltà di volare, ed Eärendil salì a bordo e solcando i cieli con il Silmaril annunciò al mondo la nascita di una nuova stella e la speranza rivisse nei cuori dei Popoli del Beleriand, mentre Morgoth ebbe un sentore della propria imminente caduta.

Da quel giorno Eärendil divenne una delle stelle più amate dai Popoli della Terra di Mezzo e fu chiamato Gil-Estel cioè "Stella dell'Alta Speranza" e la sua vista nei cieli rinfranca i cuori di coloro che la osservano. La luce emanata dal suo Silmaril sarà raccolta da Galadriel in una Fiala che donerà a Frodo al momento di lasciare Lothlórien.

La Guerra d'Ira e la decisione di Eärendil[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Guerra d'Ira.
Eärendil affronta Ancalagon by Denis Gordeev

Eärendil affronta Ancalagon, Denis Gordeev.

"Allora, vedendo che i suoi eserciti erano disfatti e il suo potere schiacciato, Morgoth tremò e non ebbe il coraggio di uscire di persona. Scatenò tuttavia contro i suoi nemici l'ultimo, disperato assalto con le forze predisposte all'uopo, ed ecco prorompere dagli abissi di Angband i draghi alati che mai prima si erano veduti; e così improvviso e rovinoso fu l'attacco di quella terribile flotta, che l'esercito dei Valar arretrò, poiché il sopraggiungere dei draghi fu accompagnato da grande tuono, fulmini e tempeste di fuoco. Ma venne Eärendil, splendente di bianca fiamma, e attorno a Vingilot si radunarono tutti i grandi uccelli del cielo, Thorondor alla loro testa, e vi fu battaglia nell'aria per tutto il giorno e una notte pieni di incertezze. Prima che il sole sorgesse, Eärendil uccise Ancalagon il Nero, il più forte della schiera dei draghi, precipitandolo dal cielo; e Ancalagon piombò sui torrioni di Thangorodrim, facendoli crollare."
Il Silmarillion, cap. XXIV, "Il Viaggio di Eärendil e la Guerra d'Ira".

Ruolo nella Dagor Dagorath[]

Eärendil avrà un ruolo molto importante durante la Dagor Dagorath, come detto in una delle profezie di Mandos.

Un giorno infatti Melkor troverà il modo di rientrare in Arda e distruggerà sia il Sole che la Luna, ma Eärendil sarà su di lui e lo precipiterà dal cielo obbligandolo a combattere a terra contro Tulkas, Finwë e Turin, e da quest'ultimo riceverà il colpo di grazia.

Linea dei Mezzelfi[]

Finwë
   
   
Indis
   
   
Casa di Hador
   
   
Casa di Haleth
   
   
Casa di Bëor
   
   
Thingol
   
   
Melian
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Fingolfin
   
   
   
   
   
   
Galdor "l'Alto"
   
   
Hareth
   
   
Barahir
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Turgon
   
   
Elenwë
   
   
Huor
   
   
   
   
   
   
Beren (uomo)
   
   
   
   
   
   
Lúthien (elfa)
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Idril (elfa)
   
   
   
   
   
   
Tuor (uomo)
   
   
   
   
Nimloth
   
   
Dior[1]
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Eärendil
   
   
   
   
   
   
Elwing
   
   
Eluréd
   
   
Elurín
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Galadriel
   
   
Celeborn
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Elros
   
   
   
   
   
   
Elrond
   
   
Celebrían
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Re di Númenor
Signori di Andúnië
Re di Arnor
Re di Arthedain
Capitani dei Dúnedain
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Aragorn (uomo)
   
   
Arwen (elfa)
   
   
Elladan
   
   
Elrohir
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Eldarion
Note

[1] Dior fu il primo Mezzelfo. Tutti i Mezzelfi sono indicati in corsivo.

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