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Questo articolo riguarda il Capitano di Gondor. Per altre voci omonime, vedere Faramir (Disambigua).

"«[...] La guerra è indispensabile per difendere la nostra vita da un distruttore che divorerebbe ogni cosa; ma io non amo la lucente spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la gloria acquisita. Amo solo ciò che difendo: la città degli uomini di Nùmenor; e desidero che la si ami per tutto ciò che custodisce di ricordi, antichità, bellezza ed eredità di saggezza. [...]»"
—Faramir a Frodo, Il Signore degli Anelli, libro IV, cap. V, "La Finestra che si affaccia ad Occidente".

Faramir fu un uomo della stirpe dei Dúnedain di Gondor appartenente alla Casa di Húrin che visse a cavallo tra la Terza e la Quarta Era. Secondogenito del Sovrintendente Denethor II e fratello di Boromir, fu capitano dell'Esercito di Gondor ma, al contrario del fratello maggiore, egli non era apprezzato dal padre che gli preferiva soprattutto il primo figlio.

Combatté valorosamente nella Guerra dell'Anello, conducendo ardite azioni di guerriglia nell'Ithilien contro le forze di Mordor e guidando la difesa di Osgiliath, ma durante l'Assedio di Gondor venne ferito gravemente da una freccia avvelenata mentre combatteva nei Campi del Pelennor e rischiò di morire se Pipino e Gandalf non avessero impedito a Denethor di trascinarlo con sé nel proprio suicidio e Aragorn non l'avesse risvegliato dal coma servendosi dei suoi poteri taumaturgici e dell'Athelas.

Dopo la sconfitta di Sauron ricoprì per breve tempo la carica di Sovrintendente di Gondor, officiando l'incoronazione di Aragorn a Re di Gondor. Come ricompensa per i propri servigi Faramir fu poi nominato Principe di Emyn Arnen e sposò Éowyn di Rohan, conosciuta durante il proprio periodo di convalescenza nelle Case di Guarigione, dalla quale ebbe un figlio che fu chiamato Elboron.

Etimologia[]

L'etimologia del nome Faramir non è molto chiara e si possono solo azzardare delle ipotesi: quel che è certo è che si tratta di un nome Quenya e che il suo significato potrebbe essere "Gioiello della spiaggia" dall'unione delle parole fàra (spiaggia) e mír (gioiello).

Descrizione[]

Aspetto e carattere[]

"E Pipino scrutandolo vide quanto rassomigliava al fratello Boromir, ch’egli dapprima aveva amato, ammirandone i modi signorili e cortesi. Eppure a un tratto provò per Faramir uno strano sentimento sino allora sconosciuto. Era costui un uomo d’alto rango, simile ad Aragorn in certi momenti; forse il suo lignaggio era meno alto, ma più vicino e tangibile: uno dei Re degli Uomini nato in tempi più recenti, ma impregnato della saggezza e della tristezza dell’Antica Razza. Comprese ora perché Beregond pronunciava il suo nome con tanto amore. Era un capitano che gli uomini avrebbero seguito, che lui stesso avrebbe seguito, persino all’ombra delle ali nere."
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'Assedio di Gondor".

Faramir nell'aspetto conserva, come anche il fratello, i tratti tipici dell'antica stirpe di Númenor: è alto (più di 1,90m), con i capelli neri e gli occhi grigi e dal volto grave e regale. Fisicamente a Frodo appare molto simile a Boromir, tuttavia il carattere di Faramir è molto diverso rispetto a quello del fratello maggiore: mentre Boromir è avventato, più interessato all'arte della guerra che alle antiche leggende, Faramir possiede invece un animo sensibile e meno spregiudicato rispetto a quello del fratello, anche se non per questo è meno ardito e risoluto.

Abilità[]

Pur essendo meno portato del fratello Boromir alla guerra, Faramir è comunque un abile combattente e un esperto comandante di uomini, come dimostrò nell'Ithilien comandando di persona le incursioni dei soldati di Gondor contro le forze di Sauron che attraversavano la regione. Oltre alle indubbie capacità belliche, che lo rendono un capitano ammirato e amato dai soldati e dal popolo, egli è anche molto addentro alle antiche tradizioni del proprio popolo e, grazie anche all'amicizia con Gandalf, ha potuto approfondire le storie e le leggende del passato.

"... Per uno strano caso, il sangue dell'Ovesturia scorre quasi puro nelle sue vene e in quelle dell'altro suo figlio, Faramir; non così invece in quelle di Boromir, che pur era il suo preferito..."
—Gandalf su Denethor, Il Signore degli Anelli, libro V, cap. I, "Minas Tirith".

Ironicamente, come ebbe a dire lo stesso Gandalf, Faramir era quello che più rassomigliava al padre Denethor, anche se non nel carattere, ma questi gli preferiva comunque Boromir, convinto che i duri tempi di guerra che attendevano Gondor richiedessero un valoroso comandante piuttosto che un sapiente studioso.

Biografia[]

Nascita e Giovinezza[]

The Gift 1 by Katarzyna Chmiel-Gugulska

La nascita di Faramir, Katarzyna Chmiel-Gugulska.

Faramir nacque a Minas Tirith nell'anno 2983 TE da Denethor e Finduilas di Dol Amroth, sorella maggiore del Principe Imrahil. La madre morì quando il figlio aveva appena cinque anni, lasciandolo orfano assieme al fratello maggiore Boromir.

Per Denethor la perdita della moglie fu un tremendo dolore e ciò lo portò a chiudersi in sé stesso e a concentrarsi nello studio delle antiche saghe e, anche se nessuno ne era a conoscenza, nell'uso del palantír custodito nella Torre di Ecthelion.

Siccome il padre non fu di alcun aiuto ai figli nel superare il trauma della morte della madre, Faramir strinse con Boromir un fortissimo legame e i due fratelli si sostennero sempre a vicenda.

Trained for War by Magali Villeneuve

Boromir e Faramir bambini si esercitano a tirar di spada, Magali Villeneuve.

Pur amandolo Denethor, che di suo non era molto espansivo, non mostrò mai un grande affetto verso il figlio minore, anche perché credeva che le qualità di Faramir non fossero utili a Gondor in tempo di guerra e pensava che Boromir fosse più adatto ad affrontare le difficoltà che il regno avrebbe dovuto affrontare. Tuttavia non dette origine a nessuna rivalità e anzi, Boromir ebbe spesso degli accesi diverbi con il padre per difendere il fratello minore.

Durante la sua giovinezza ebbe modo di conoscere e stringere una cordiale amicizia con Gandalf, anche se ciò suscitò il disappunto nel padre il quale vedeva lo stregone come un pericoloso rivale e temeva che complottasse per scalzarlo e mettere sul trono Aragorn.

La Guerra dell'Anello[]

Le prime schermaglie con Mordor e la battaglia di Osgiliath[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Prima Battaglia di Osgiliath.

Già molto prima che Frodo lasciasse la Contea per raggiungere Gran Burrone, Gondor cominciò a subire gli attacchi di Sauron con più violenza rispetto passato: l'Oscuro Signore era infatti ritornato già da qualche decennio a Mordor e nel 2954 TE le sue forze avevano addirittura conquistato l'Ithilien strappandolo a Gondor e costringendo i Dúnedain del sud sulla difensiva. Negli anni successivi alla conquista dell'Ithilien, Sauron aveva ammassato grandi armate nella terra di Mordor, ricostruendo la propria rete di alleanze soggiogando i popoli dell'Est, oltre a stringere patti di cobelligeranza con i Corsari di Umbar e gli Haradrim.

Negli anni che precedettero lo scoppio del conflitto vero e proprio, Sauron cominciò a saggiare la forza di Gondor attraverso delle piccole schermaglie, senza mai impiegare grosse forze. Tuttavia quando scoprì che l'Unico Anello era stato ritrovato e si trovava nel paese degli Hobbit, decise di anticipare i tempi della sua offensiva nel timore che qualche suo nemico (o qualche alleato infido) se ne impadronissero.

Nel giugno del 3018 TE le truppe di Mordor lanciarono un grande attacco contro la città di Osgiliath: non si trattava di un'offensiva vera e propria, quanto più di un attacco diversivo per permettere ai Nazgûl di guadare l'Anduin indisturbati e dirigersi nella Contea alla ricerca del Portatore dell'Anello; tuttavia Sauron impiegò un grosso esercito, costringendo Gondor a richiamare rinforzi dal Sud e a ridurre la guardia ai guadi.

Al momento della battaglia a comandare la guarnigione di Osgiliath vi era proprio Faramir, il quale guidò i suoi uomini con tranquillo coraggio, accorrendo ovunque sulle mura fosse richiesto il suo aiuto; tuttavia il grande valore dei soldati di Gondor fu sopraffatto dal numero dei nemici, i quali cominciarono a sciamare sulle mura e nella città, trasformando l'assedio in una battaglia casa per casa.

Escape from Osgiliath by Anke Eißmann

Faramir e Boromir si ritirano dopo aver respinto le forze di Mordor, Anke Eißmann.

Faramir, comprendendo di non poter resistere, inviò dunque una richiesta d'aiuto a Minas Tirith e, nel frattempo, ordinò ai suoi uomini di ritirarsi combattendo in modo da guadagnare tempo. Suo fratello Boromir si precipitò in suo soccorso, portando alcune migliaia di soldati in rinforzo a Faramir, ma ormai la riva orientale era persa e la battaglia rischiava di trasferirsi nella parte occidentale. Se Osgiliath fosse stata conquistata Sauron avrebbe avuto la strada spianata per Minas Tirith. Consci di questo pericolo Faramir e Boromir decisero dunque di lanciare un ultimo contrattacco per guadagnare tempo e dare così modo ai soldati di distruggere l'ultimo ponte sull'Anduin ed impedire così agli Orchi di sciamare in città. Con grande coraggio i due fratelli guidarono una travolgente carica contro il nemico, che costrinse gli orchi a indietreggiare. Poco prima che il ponte fosse abbattuto, Boromir e Faramir ordinarono la ritirata rimanendo da soli, assieme a pochi compagni, a coprire il ripiegamento dei loro soldati. Quando il ponte fu abbattuto si gettarono nel fiume e raggiunsero a nuoto la riva occidentale dell'Anduin.

Il sogno profetico e la partenza di Boromir[]

After the dream by Anke Eißmann

Faramir e Boromir la sera prima della partenza, Anke Eißmann.

Nonostante la battaglia non si potesse di certo definire una vittoria per Gondor, i due fratelli furono accolti come degli eroi anche se la maggior parte degli onori andò a Boromir. La sera stessa ci furono dei festeggiamenti che durarono fino a tarda notte.

Il giorno prima della battaglia Faramir aveva però fatto un misterioso sogno premonitore con queste parole:

"«Cerca la Spada che fu rotta,
A Imladris la troverai;
I consigli della gente dotta
Più forti di Morgul avrai.
Lì un segno verrà mostrato,
Indice che il Giudizio è vicino,
Il Flagello d'Isildur s'è svegliato,
E il Mezzuomo è in cammino.»
"
—Il sogno premonitore, Il Signore degli Anelli, libro II, cap. II, "Il Consiglio di Elrond".

Tale sogno si ripetè più volte nel sonno di Faramir e una volta apparve anche al fratello Boromir; ignari di cosa potesse significare i due fratelli si rivolsero dunque al padre, molto dotto nelle cose del passato, in modo da aver un'interpretazione di questo mistero.

Boromir sets out by Anke Eißmann

La partenza di Boromir, Anke Eißmann.

Denethor ascoltò le parole dei figli e disse che Imladris era l'antico nome di Gran Burrone, dove il saggio signore elfico Elrond aveva la sua dimora. Poiché nel sogno si parlava anche del Flagello di Isildur, il Sovrintendente disse che era il caso che qualcuno andasse al Nord a cercare le risposte ed eventualmente riportare a Gondor qualsiasi cosa fosse utile per la guerra contro Sauron.

Dapprincipio Faramir chiese al padre di partire per il Nord, anche perchè il sogno si era rivelato a lui per primo, tuttavia Denethor, che aveva scarsa stima di lui, gli negò il suo consenso preferendo invece inviare Boromir, che invece godeva della sua incondizionata fiducia. Faramir si congedò affettuosamente dal fratello, augurandogli grande fortuna e promettendogli di difendere Gondor con la sua stessa vita.

Le operazioni nell'Ithilien e l'incontro con Frodo[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Battaglia dell'Ithilien.
Faramir by Anke Eißmann

Faramir nell'Ithilien, Anke Eißmann.

Dopo la partenza di Boromir, Faramir divenne il comandante della guarnigione di Osgiliath e, benché non avesse grande fiducia in lui, Denethor gli affidò il compito di compiere delle incursioni nell'Ithilien. Faramir si prestò quindi al nuovo incarico con grande determinazione, compiendo nel corso di diversi mesi svariate incursioni all'interno dei territori controllati dal Nemico e divenendo una vera spina nel fianco delle armate di Sauron, che ora dovevano aggirarsi guardinghi nei territori da loro controllati.

La tattica preferita di Faramir era quella della guerriglia: egli lasciava Osgiliath con un gruppo di Raminghi dell'Ithilien, non più di cinquecento, e per alcune settimane predisponeva una serie di imboscate contro le armate nemiche che si aggiravano per quei territori.

Encounter with Faramir by Anke Eißmann

Incontro tra Faramir e Frodo, Anke Eißmann.

Fu proprio durante un'azione di guerriglia che incontrò Sam e Frodo. Dopo averli catturati li portò a Henneth Annûn per interrogarli.

Dopo essere riuscito a conquistarsi la fiducia degli hobbit, il giovane Capitano intuì la loro missione ma non mostrò intenzione di impossessarsi dell'Anello, rendendosi conto che era stato questo desiderio a portare alla morte il fratello Boromir e decise di rilasciare gli Hobbit che proseguirono poi verso il Monte Fato.

Espresse tuttavia preoccupazione per l'intenzione di Frodo di prendere la via di Cirith Ungol, e raccomandò all'Hobbit di non fidarsi di Gollum poiché, in virtù anche della sua ascendenza numenoreana, ne percepiva la malvagità e ne diffidava.

Il ritorno a Minas Tirith e la furia di Denethor[]

The Nazgûl attack by Anke Eißmann

Faramir attaccato dai Nazgûl, Anke Eißmann.

Dopo aver lasciato che Frodo Sam e Gollum proseguissero verso sud, Faramir si diresse con la sua compagnia verso Cair Andros, con l'intenzione di raggiungere da lì Osgiliath.

Tuttavia le notizie dell'avvicinamento delle armate di Sauron lo convinsero ad inviare le sue truppe a Osgiliath, mentre lui e una piccola scorta sarebbero andati a Minas Tirith a riferire e a ricevere ordini. In vista della città però lui e i suoi compagni vennero attaccati dai Nazgûl, che gettarono i suoi uomini nel panico, ma la situazione venne risolta dall'intervento di Gandalf che scacciò gli Spettri e consentì a Faramir di raggiungere la città.

Denethor's wrath by Anke Eißmann

Faramir subisce l'ira del padre, Anke Eißmann.

Dopo essere entrato in città, dove mostrò un certo stupore nell'incontrare Pipino, fu convocato a rapporto dal padre dove mise sia Gandalf che il genitore al corrente degli sviluppi: disse di aver combattuto duramente nell'Ithilien e che mentre compiva il suo dovere aveva incontrato Frodo e Sam diretti verso Mordor, che alla fine aveva deciso di lasciar proseguire nella propria missione anziché portarli a Minas Tirith. Le sue parole furono accolte favorevolmente dello Stregone ma provocarono la forte disapprovazione di Denethor, il quale sostenne che in Faramir avesse prevalso la lealtà verso Gandalf piuttosto che verso il proprio padre e il popolo di Gondor, dicendo che probabilmente Boromir si sarebbe comportato in maniera differente.

"«Avresti dunque desiderato», disse Faramir, «che io fossi al posto suo?» «Sì, l'avrei davvero desiderato», rispose Denethor. «Perché Boromir era leale verso di me e non era il pupillo di uno stregone. Avrebbe ricordato suo padre bisognoso di aiuto, e non avrebbe rifiutato ciò che la fortuna gli dava. Egli mi avrebbe portato un potente dono»"
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'Assedio di Gondor".

La Battaglia del Rammas Echor e il ferimento[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi la voce Seconda Battaglia di Osgiliath.
Bitter Farewell by Anke Eißmann

Faramir lascia il Consiglio di Guerra dopo aver ricevuto gli ordini del padre, Anke Eißmann.

"«Molto deve essere messo a repentaglio in una guerra» [...] «Ma non cederò il Fiume e il Pelennor senza combattere... Non mi arrenderò, se qui c'è ancora un capitano che abbia ancora il coraggio di fare ciò che il suo sire comanda». Tutti tacquero. Dopo qualche minuto Faramir parlò: «Sire, non mi oppongo alla tua volontà. Ora che sei privato di Boromir, andrò io, e farò ciò che potrò cercando di sostituirlo nel migliore dei modi... se tu lo comandi». «Io lo comando", disse Denethor. «Allora addio!», disse Faramir. «Ma se io dovessi ritornare, abbi una migliore opinione di me.» «Dipende da come ritornerai!»"
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'Assedio di Gondor".

Il giorno successivo al suo arrivo, Faramir prese parte al Consiglio di Guerra presieduto dal padre, al quale parteciparono tutti i capitani di Gondor presenti in città. Denethor mostrò di avere chiara la situazione strategica della città, ma nonostante le esortazioni del figlio rifiutò l'idea di abbandonare Osgiliath e il Rammas Echor senza combattere. Ordinò dunque a Faramir di prendere tutti gli uomini che avessero voluto seguirlo e di difendere Osgiliath e le mura del Rammas finché gli fosse stato possibile e di rallentare il nemico. Pur conscio che ciò che gli si prospettava fosse un compito superiore alle sue forze, Faramir obbedì agli ordini del padre e con alcune centinaia di uomini si diresse ad Osgiliath a rinforzare la guarnigione, dopo aver intrattenuto un breve colloquio con Gandalf.

"Gandalf era stato l'ultimo a parlare con Faramir, prima che questi cavalcasse verso est. «Non gettare via la tua vita per troppa temerarietà, o per troppa amarezza» gli aveva detto «C'é bisogno di te qui, e per ben altre cose che la guerra. Tuo padre ti ama, Faramir, e se ne ricorderà prima della fine. Addio!»"
—Le parole di Gandalf a Faramir, Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'Assedio di Gondor".
Imrahil tends to his nephew by Anke Eißman

Faramir ferito viene soccorso da suo zio Imrahil, Anke Eißmann.

Osgiliath fu attaccata dalle forze di Mordor l'11 Marzo e Faramir e i suoi uomini combatterono bravamente, infliggendo gravi perdite al nemico e resistendo per ben un giorno. Tuttavia le forze del Re Stregone erano troppo preponderanti, così il 12 Marzo i soldati di Gondor furono costretti a ritirarsi verso il Rammas Echor e lì nuovamente resistettero al nemico bloccandone l'avanzata. Il 13 marzo la situazione divenne però insostenibile e le forze degli uomini cominciarono a ritirarsi in buon ordine verso la città. In questa circostanza, Faramir venne gravemente ferito da una freccia di un Sudrone e dall'Alito Nero del Nazgûl. Tuttavia, grazie ad una sortita di Imrahil e dei suoi cavalieri, Faramir e gli altri feriti vennero salvati e trasportati a Minas Tirith.

Il ferimento di Faramir fu un colpo durissimo per la psiche di Denethor, già provata dai lunghi confronti con Sauron attraverso il Palantír e dalla morte del primogenito, tanto da non voler più continuare a dirigere la difesa della città, rimettendo ogni incarico a Imrahil e a Gandalf.

Your son has returned, lord..

Denethor, visibilmente scosso, riceve il figlio ferito, Anke Eißmann.

"Gli parve [a Pipino] che Denethor invecchiasse dinnanzi ai suoi occhi, come se qualcosa avesse ceduto nel suo orgoglio, sconvolgendo la sua mente severa. Forse era colpa del dolore, e del rimorso. Vide su quel volto, un tempo impassibile, scorrere delle lacrime, più insopportabili della collera. [...] «Ho mandato mio figlio, senza un grazie né una benedizione, ad affrontare un inutile pericolo, ed eccolo che giace qui con il veleno nelle vene. No, no, qualunque cosa accada ormai in guerra, anche la mia stirpe sta per estinguersi, persino la casa dei Sovrintendenti è venuta meno. Della gente infida ormai governerà gli ultimi discendenti dei Re degli Uomini, che si nasconderanno finché non verranno tutti scacciati!» Degli Uomini vennero alla porta a implorare il Signore della Città «No, non scenderò da qui» egli rispose «Devo rimanere accanto a mio figlio. Potrebbe parlare prima della sua fine, nonostante sia essa ormai vicina. Seguite chi volete, persino il Grigio Stolto, benché la sua speranza sia fallita. io rimango qui»"
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. IV, "L'assedio di Gondor"

Denethor, fuori di sé dal dolore, credette che fosse giunta la fine e pertanto ordinò alle sue guardie di portare Faramir con una lettiga alle Case dei Re, dove era intenzionato ad uccidersi assieme al figlio dandosi fuoco. Solo il pronto intervento di Pipino, Gandalf e Beregond impedì che la follia di Denethor causasse la morte del giovane capitano, che venne portato alle Case di Guarigione dove fu vegliato tutta la notte dal fedele Beregond.

Le Case di Guarigione e l'incontro con Eowyn[]

"Ad un tratto Faramir si mosse, aprì gli occhi, e guardò Aragorn chino su di lui; i suoi occhi brillarono d’una luce di coscienza e di affetto ed egli parlò dolcemente. «Mio sire, mi hai chiamato. Sono venuto. Cosa comanda il re?». «Non camminare più nelle ombre, svegliati!», disse Aragorn. «Sei molto stanco. Riposa adesso, e prendi del cibo, e sii pronto quando tornerò». «Lo sarò, mio signore», disse Faramir. «Chi potrebbe rimanere ozioso, ora che il re è tornato?»."
Il Signore degli Anelli, libro V, cap. VIII, "Le Case di Guarigione".

Dopo la Battaglia dei Campi del Pelennor il giovane fu raggiunto da Aragorn che, servendosi dell'Athelas e dei poteri derivatigli dalla sua discendenza dai Re, riuscì a salvargli la vita eliminando il veleno dentro il suo corpo e la maledizione dell'Alito Nero. Il giovane non fu inizialmente informato della morte del padre, in quanto gli si volle risparmiare un grave dolore, ma appena aprì gli occhi e vide Aragorn non ebbe un momento di esitazione nel riconoscerlo come Re di Gondor e nell'offrirgli la propria fedeltà.

The Houses of Healing by Anke Eißmann

Faramir e Éowyn nei giardini delle Case di Guarigione, Anke Eißmann.

"Sire Faramir camminava da solo nel giardino delle Case di Guarigione, e la luce del sole lo riscaldava, ed egli sentiva una nuova vita scorrere nelle sue vene; ma il suo cuore era pesante, ed egli guardava oltre le mura verso oriente. Arrivando, il Custode pronunciò il suo nome, ed egli si voltò e vide la Dama di Rohan; ed egli fu scosso da pietà, perché vide che era ferita, ed i suoi occhi perspicaci percepirono la sua tristezza e irrequietezza."
Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendente e il Re".

Assieme a Faramir nelle Case di Guarigione erano ricoverati anche la Principessa Éowyn di Rohan e l'hobbit Meriadoc Brandybuck, i quali erano rimasti indietro mentre Aragorn e Gandalf guidavano l'Esercito dei Popoli Liberi della Terra di Mezzo alla volta del Cancello Nero. Appena si fu un minimo ripresa la giovane chiese al Responsabile delle Case di dimetterla e darle un cavallo, con il quale probabilmente pensava poter raggiungere il fratello e Aragorn in guerra, ma l'uomo le disse che non aveva l'autorità per farlo e che l'unico con quel potere era il Sovrintendente di Gondor, in quel momento ricoverato anch'egli. La giovane si fece dunque condurre da Faramir, il quale fu colpito dalla bellezza della giovane e al contempo percepì lo spirito tormentato che l'attanagliava, e ne ebbe pietà.

Con parole dolci e piene di comprensione Faramir convinse la Dama di Rohan a desistere dal suo insano proposito di cavalcare alla volta del Cancello Nero, e nei giorni successivi (aiutato anche da Merry) approfondì la conoscenza con lei, tanto che finirono per passare assieme la maggior parte delle giornate. Alla fine Faramir conquistò il cuore di Èowyn e, lo stesso giorno in cui le forze di Mordor venivano sconfitte dichiarò alla principessa il proprio amore e le chiese di sposarlo.

Éowyn e Faramir by Denis Gordeev

Éowyn e Faramir by Denis Gordeev

"Éowyn guardò Faramir a lungo e senza abbassare gli occhi; e Faramir disse: «Non deridere la pietà, dono di un cuore gentile, Éowyn! Ma io non ti offro la mia pietà, perché sei una dama nobile e valorosa e hai conquistato da sola fama e gloria che non saranno obliate; e sei una dama tanto bella che nemmeno le parole dell’idioma elfico potrebbero descriverti. E io ti amo. Un tempo ebbi pietà della tua tristezza. Ma ora, se tu non conoscessi la tristezza, la paura o il dolore, se tu fossi anche la benefica Regina di Gondor, io ti amerei lo stesso. Non mi ami tu, Éowyn?». Allora il cuore di Éowyn cambiò ad un tratto, e fu ella finalmente a comprenderlo; e improvvisamente il suo inverno scomparve, e il sole brillò in lei. «Questa è Minas Anor, la Torre del Sole», ella disse; «e, guarda! l’Ombra è scomparsa! Non sarò più una fanciulla d’arme, né rivaleggerò con i grandi Cavalieri, né amerò soltanto i canti che narrano di uccisioni. Sarò una guaritrice, e amerò tutto ciò che cresce e non è arido». E di nuovo guardò Faramir. «Non desidero più essere una regina», disse. Allora Faramir rise, felice. «Meno male», esclamò, «perché io non sono un re. Eppure sposerò la Bianca Dama di Rohan, se ella lo vorrà. E se ella lo vorrà, potremo attraversare il Fiume in giorni più felici e dimorare nello splendore d’Ithilien e coltivarvi un giardino. Ogni cosa vi crescerà con gioia, se coltivata dalla Bianca Dama». «Devo dunque lasciare il mio popolo, uomo di Gondor?», ella disse. «E vorresti che la tua gente orgogliosa dica di te: “Ecco un signore che ha domato una selvaggia fanciulla del Nord! Non vi era dunque una donna della razza dei Numenoreani ch’egli potesse scegliere?”». «Lo vorrei», disse Faramir. E la prese fra le braccia e la baciò sotto il cielo assolato, e non si curò di essere in piedi sulle mura, visibile a molti. E molti infatti li videro, e videro la luce che brillava intorno a loro mentre scendevano dalle mura e si recavano, mano nella mano, nelle Case di Guarigione"
—Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendente e il Re".

Fine della Guerra e Quarta Era[]

L'incoronazione di Aragorn e la nomina a Principe dell'Ithilien[]

Una volta sconfitto Sauron un'immensa gioia si propagò per le strade della città e l'intera popolazione riservò grandi festeggiamenti all'esercito che ritornava vittorioso a Minas Tirith. Tuttavia Aragorn non entrò in città e pose la sua tenda nei Campi del Pelennor perché, come voleva la tradizione, il compito di recarsi dal Re ed invitarlo all'interno della città per essere incoronato spettava al Sovrintendente.

Quando tutti i preparativi per l'incoronazione furono pronti, Faramir uscì dalla città accompagnato da Húrin delle Chiavi e quattro soldati della Guardia della Cittadella. Giunto al centro dello spiazzo Faramir s'inginocchiò e porse ad Aragonr uno scettro bianco.

The Steward and the King by Anke Eißmann

Faramir offre ad Aragorn lo scettro di Sovrintendente a simboleggiare il passaggio dell'autorità, Anke Eißmann.

"Faramir s'incontrò con Aragorn al centro dello spiazzo, s'inginocchio e disse:«L'ultimo Sovrintendente di Gondor chiede il permesso di dimettersi dal suo incarico». Egli porse un bastone bianco; ma Aragorn prese il bastone e lo restituì, dicendo: «L'incarico non è finito, e sarà tuo e dei tuoi eredi finché durerà la mia stirpe. Fa' ora ciò che compete al tuo incarico!». Allora Faramir si levò in piedi e parlò con voce chiara: «Uomini di Gondor, ascoltate ora il Sovrintendente di questo Reame! Mirate! Finalmente è giunto colui che rivendica il titolo di Re. Ecco Aragorn figlio di Arathorn, Capitano dei Dúnedain di Arnor, Capitano dell'esercito dell'Ovest, portatore della Stella del Nord, possessore della Spada Riforgiata, vittorioso in battaglia, mani di guaritore, Gemma Elfica, Elessar della Linea di Valandil, figlio di Isildur, figlio di Elendil di Númenor. Volete che sia Re ed entri nella città e vi dimori?». E tutto l'esercito e l'intera popolazione gridarono Sì, all'unisono."
Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendente e il Re"

Dopo il sì entusiastico della popolazione, i soldati della Guardia che accompagnavano Faramir fecero dunque un passo avanti e il Sovrintendente aprì la cassetta, prese la Corona di Gondor e la offrì ad Aragorn. Questi la prese in mano e pronunciò l'antico Giuramento di Elendil.

"«Uomini di Gondor, gli eruditi dicono che era consuetudine che il Re ricevesse la corona dal padre prima che questi morisse; ma se ciò non era possibile, egli doveva recarsi alla tomba del padre e prenderla dalle sue mani. Ma poiché adesso è necessario procedere diversamente, con la mia autorità di Sovrintendente ho qui portato da Rath Dínen la corona di Eärnur l'ultimo Re, i cui giorni passarono al tempo dei nostri avi». Allora le guardie fecero un passo avanti e Faramir aprì la cassetta e mostrò un'antica corona. [...] Allora Aragorn prese la corona e la tenne in alto, e disse: «Et Eärello Endorenna utúlien. Sinome maruvan ar Hildinyar tenn' Ambar-metta!». [...] Allora molti si stupirono perché Aragorn non pose sul proprio capo la corona, ma la restituì a Faramir dicendo: «È grazie all'opera e al valore di molti che sono giunto in possesso della mia eredità. In pegno di riconoscenza vorrei che il Portatore dell'Anello recasse a me la corona, e che Mithrandir la ponesse sul mio capo, se accetta; poiché è stato lui il fautore di tutto ciò che è stato compiuto, e questa vittoria è sua»."
Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendente e il Re"
Coronation by Anke Eißmann

Aragorn prende la Corona e pronuncia le parole del giuramento di Elendil, Anke Eißmann.

Tuttavia, tra lo stupore generale, Aragorn non si pose la corona sul capo ma la restituì a Faramir chiedendo che fosse fosse Frodo a consegnargliela. Allora Frodo si fece avanti, prese la corona dalle mani di Faramir e la porse a Gandalf; Aragorn si inginocchiò e Gandalf posò sul suo capo la corona e disse:

" [...] e Gandalf posò sul suo capo la Bianca Corona e disse: «Vengono ora i giorni del Re, e siano benedetti finché dureranno i troni dei Valar!» Ma quando Aragorn si alzò tutti coloro che lo videro lo osservarono in silenzio, perché parve loro che si rivelasse ora per la prima volta. Alto come i Re del passato, si ergeva su tutti i presenti; sembrava anziano e al tempo stesso nel fiore della virilità; e sulla sua fronte vi era saggezza, e nelle sue mani vigore e guarigione, e una luce brillava intorno a lui. E allora Faramir gridò: «Guardate il Re!»"
Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. V, "Il Sovrintendente e il Re"

Dunque tutte le campane di Minas Tirith presero a suonare a festa, e tutte le trombe squillarono, mentre Aragorn avanzava solennemente verso la città. Una volta giunto al cancello Húrin delle Chiavi l'aprì, e Aragorn attraversò a piedi tutta la città, fino a raggiungere la Cittadella dove, sulla torre più alta, fu issato il suo vessillo. Così ebbe inizio il glorioso regno di Re Elessar e a lungo le storie cantarono di questo giorno.

Dopo l'incoronazione Faramir fu confermato dunque nella sua carica di Sovrntendente e fu inoltre nominato Principe dell'Ithilien e Signore dell'Emyn Arnen, l'antica terra della sua Casata.

Viaggio con Re Elessar e il fidanzamento con Eowyn[]

Betrothal by Anke Eißmann

Il fidanzamento tra Faramir e Eowyn, Anke Eißmann.

Dopo l'incoronazione e il matrimonio con Arwen Undómiel, Aragorn intraprese con i suoi amici e Faramir un lungo viaggio verso nord, scortando la salma di Re Theoden verso Rohan.

Giunti ad Edoras Aragorn e il suo seguito assistettero al solenne funerale del Re, per poi prendere parte alla grande festa funebre nel Palazzo di Meduseld. Dopo il discorso funebre e il brindisi al defunto il nuovo Re dei Rohirrim Éomer si alzò e annunciò ai presenti il fidanzamento tra Faramir e Éowyn.

"«Questa è la festa funebre di Re Théoden, ma voglio annunciarvi notizie di gioia, poiché a lui non dispiacerebbe: fu sempre un padre per mia sorella Éowyn. Udite quindi, voi tutti miei ospiti, popoli felici di molti reami, come non se ne sono mai riuniti in questo salone! Faramir, Sovrintendente di Gondor e Principe dell'Ithilien, chiede che Eowyn Dama di Rohan divenga sua moglie, ed ella lo accetta con tutto il cuore. Essi quindi si fidanzeranno dinnanzi a tutti voi». [...] «In tal modo» disse Éomer «un nuovo vincolo rinsalda l'amicizia di Gondor e del Mark, procurandomi ancora una maggiore felicità!»"
—Éomer annuncia il fidanzamento di Éowyn, Il Signore degli Anelli, libro VI, cap. VI, "Molte Separazioni

Faramir ed Éowyn si fecero avanti e si presero per mano, scambiandosi le promesse di matrimonio e tutti bevvero alla loro salute, e furono felici.

Family portrait by Anke Eißmann

Faramir assieme alla moglie Éowyn e al figlio Elboron, Anke Eißmann.

Il matrimonio fu celebrato l'anno successivo e i due sposi andarono a dimorare nella casa di Faramir nell'Emyn Arnen, dove furono felici.

Da questa unione nacque un figlio che fu chiamato Elboron, padre a sua volta di Barahir, che fu Sovrintendente durante il regno di Re Eldarion, figlio di Re Elessar.

Adattamenti[]

Trilogia de Il Signore degli Anelli (2002 - 2003)[]

Faramir David Wenham

Faramir, interpretato da David Wenham.

Nella trilogia di Peter Jackson il giovane capitano di Gondor è interpretato dall'attore David Wenham, e appare nei film Le Due Torri e Il Ritorno del Re.

Nella trasposizione cinematografica il personaggio è completamente diverso fisicamente rispetto a quello del libro: è biondo anziché nero di capelli, ha gli occhi blu anziché grigi ed è più basso di almeno una decina di centimetri.

Ne Il Ritorno del Re, non riuscirà ad impedire che un'orda di orchetti, comandati da Gothmog, conquisti la città di Osgiliath, dovendo ritirare le sue truppe dalla città per ripararsi a Minas Tirith. Nella versione cinematografica dell'opera, verrà spronato dal sovrintendente stesso, partirà in testa ad un gruppo di cavalieri con l'intento di liberare Osgiliath, ma un potente sbarramento di frecce renderà vana l'impresa, ferendolo gravemente (mentre nel romanzo viene ferito durante la ritirata).

Creduto morto dal padre, rischierà di essere bruciato vivo, ma grazie al tempestivo intervento di Gandalf e Pipino, il capitano di Gondor riuscirà a salvarsi, mentre Denethor morirà avvolto dalle fiamme.

Albero Genealogico[]

   
   
   
   
Húrin dell'Emyn Arnen
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Pelendur
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Vorondil il Cacciatore
Sovrintendente di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Mardil Voronwë
I Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Eradan
II Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Herion
III Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belegorn
IV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Húrin I
V Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Túrin I
VI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Hador
VII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Barahir
VIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Dior
IX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Rían
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Denethor I
X Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Due figlie
   
   
Boromir I
XI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Cirion
XII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Hallas
XIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Húrin II
XIV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belecthor I
XV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Orodreth
XVI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Morwen
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Ecthelion I
XVII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Sconosciuto
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Egalmoth
XVIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Beren
XIX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Beregond
XX Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Belecthor II
XXI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Thorondir
XXII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Túrin II
XXIII Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Turgon
XXIV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Ecthelion II
XXV Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Due figlie
   
   
Denethor II
XXVI Sovrintendente Regnante di Gondor
   
   
Finduilas di Dol Amroth
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Boromir
Capitano di Gondor
   
   
Faramir
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
   
   
Éowyn di Rohan
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Elboron
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
Barahir
Sovrintendente di Gondor
Principe dell'Ithilien
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