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"«Benvenuti a Caras Galadhon!», disse. «Questa è la città dei Galadhrim ove dimorano il Sire Celeborn e Galadriel, la Dama di Lórien. Ma da qui non possiamo entrare, poiché i cancelli non sono rivolti a nord; dobbiamo giungere sino al lato sud, e la via non è breve, perché la città è grande»."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. VII, "Lo specchio di Galadriel".

Caras Galadhon era la principale città del regno di Lothlórien, situata al centro della grande foresta nel Naith di Lothlórien, il cuore del reame degli Elfi Silvani.

Qui vissero Galadriel e suo marito Celeborn fino alla loro partenza dalla Terra di Mezzo e qui venne ospitata la Compagnia dell'Anello dopo la fuga da Moria.

Etimologia[]

Caras Galadhon (si pronuncia [ˈkaras ˈɡalaðon]) è un nome di origine Nandorin, la lingua degli Elfi Silvani, e significa letteralmente "Città degli Alberi".

In Sindarin classico è nota come Caras i-Ngelaidh. Alcuni tuttavia ipotizzano che il vero significato fosse "Fortezza di Galadhon" e che fosse stata intitolata al padre di Celeborn che per l'appunto si chiamava Galadhon.

Descrizione[]

La città era locata nel Naith di Lórien, un angolo di terra compreso tra i fiumi Celebrant e Anduin. Sorgeva in cima ad una verde collina, circondata da un fossato e da mura i cui cancelli si aprivano verso sud-ovest.

Gli abitanti della città vivevano sui molti flet che si trovavano sui grandi alberi e sull'albero più grande, al centro della città, sorgeva il palazzo di Celeborn e Galadriel, costruito su più livelli di flet e accessible attraverso un'alta scala

"Haldir bussò e disse qualcosa: il cancello si aprì silenziosamente, ma di guardie Frodo non vide traccia. I viaggiatori entrarono, e le porte si chiusero alle loro spalle. Percorsero un viale incassato fra i bracci delle mura, ed entrarono nella Città degli Alberi. Non si vedeva nessuno, e non si udivano passi sui sentieri; ma nell’aria vibravano molte voci, tutt’intorno e sulle loro teste. Dall’alto del colle giungeva un canto, come limpida pioggia gocciolante sulle foglie. Percorsero molti sentieri e salirono molte scalinate, e infine arrivarono nei luoghi eccelsi, e videro innanzi a loro, in mezzo ad un ampio prato, scintillare una fontana. La illuminavano lampade d’argento sospese ai rami degli alberi, e l’acqua scrosciava in una vasca d’argento dalla quale scorreva un candido ruscello. Sul lato sud del prato s’innalzava il più maestoso degli alberi; l’imponente fusto era liscio ed irradiava il bagliore cangiante della seta grigia; si rizzava verso il cielo, accompagnato, da una certa altezza in poi, dai primi rami che aprivano le loro immense membra sotto un’ombrosa nube di fogliame. Contro il tronco poggiava una grande scala bianca ai piedi della quale sedevano tre Elfi. Saltarono in piedi all’avvicinarsi dei viaggiatori, e Frodo vide che erano alti e portavano una grigia cotta di maglia e una lunga cappa bianca. «Qui dimorano Celeborn e Galadriel», disse Haldir. «E’ loro desiderio che saliate a conversare con loro»."
Il Signore degli Anelli, libro II, cap. VII, "Lo specchio di Galadriel".

Popolazione[]

Exquisite-kfind Per approfondire, vedi le voci Elfi Silvani e Sindar.

La popolazione della città era composta in massima parte da Elfi Silvani e da Sindar, quest'ultimi, originari del Beleriand, avevano seguito il proprio signore Celeborn. Gli Elfi di Caras Galadhon definivano se stessi Galadhrim, che significa "Popolo degli Alberi".

Galadriel apparteneva alla stirpe dei Noldor della Casa di Finarfin, ma non è noto se altri del suo sangue vivessero in città. Durante la Guerra dell'Anello, benché in minor numero rispetto ai secoli passati, a Caras Galdhon vivevano ancora numerosi Elfi.

Storia[]

Adattamenti[]

Il Signore degli Anelli (1978)[]

Il Signore degli Anelli: la Compagnia dell'Anello (2001)[]

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