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Amandil fu un uomo della stirpe dei Dúnedain di Númenor che visse durante la Seconda Era.

Diciottesimo e ultimo Signore di Andúnië a Númenor, apparteneva ad un ramo collaterale della Casa di Elros e, come i suoi antenati, si mantenne fedele ai Valar e amico degli Elfi quando a Númenor gli Uomini del Re presero il potere. Per questa sua fedeltà ai Valar egli venne soprannominato il Fedele.

Fu il padre di Elendil che, dopo la caduta di Númenor, migrò con la sua gente nella Terra di Mezzo e fondò i regni di Gondor e Arnor.

Etimologia

Il nome Amandil deriva dal Quenya e significa letteralmente "Amico della Terra Benedetta".

Biografia

La vita prima della Caduta di Númenor

Amandil nacque a Númenor nel 3119 SE dal Signore di Andúinë. Da giovane fu un grande amico di Ar-Pharazôn, di cui era un lontano cugino, in quanto la nonna di questi era la sua prozia, e insieme combatterono nelle ultime campagne militari di Númenor nella Terra di Mezzo, dove il giovane Amandi si guadagnò la fama di buon soldato e valente comandante.

Tuttavia una volta che Ar-Pharazôn salì al trono le persecuzioni verso i Fedeli, come venivano chiamati i seguaci dei Valar a Númenor, cominciarono ad accentuarsi: infatti il nuovo sovrano riportò in vigore il decreto di Ar-Gimilzôr che obbligava i Fedeli a trasferirsi a Rómenna e imponeva una serie di discriminazioni nei loro confronti.

I due cugini entrarono in contrasto e Amandil si trasferì a Rómenna da Andúnië per proteggere gli Elendili con la sua influenza. Nonostante la manifesta ostilità e disprezzo di Ar-Pharazôn per gli Elendili, il Sovrano si astenne dal molestarli troppo, in quanto serbava ancora dell'affetto per quel cugino.

Amandil continuò a mantenere il suo seggio nel Consiglio dello Scettro, anche se la sua era una opinione isolata e raramente il Re vi prestava ascolto.

La caduta di Númenor

Quando Ar-Pharazôn sconfisse Sauron Amandil fu tra i pochi che consigliarono il Re di non portare l'Oscuro Signore a Númenor, immaginando le sventure che ne sarebbero derivate.

Tuttavia il Re rifiutò i saggi consigli che gli venivano offerti e portò Sauron a Númenor come suo prigioniero per poi accettarlo come suo consigliere. Amandil fu tra i primi ad accorgersi della maligna influenza che le menzogne di Sauron esercitavano sulla mente di Ar-Pharazôn ma a nulla valsero le sue esortazioni ad allontanarlo dalla corte, anzi fu lui ad essere cacciato lui in malo modo.

Nel 3317 SE quando fu chiaro che la follia di Ar-Pharazôn, ormai ossessionato dall'immortalità e desideroso di fare la guerra a Valinor per conquistarla, stava conducendo alla rovina il regno Amandil prese una nave e un equipaggio e viaggiò alla volta di Valinor per intercedere presso i Valar e pregarli di risparmiare la sua gente.

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Non si sa se Amandil riuscì effettivamente a raggiungere Aman: alcuni dicono che salpò alla volta dell'Ovest, ma che si perdette non possedendo la luce del Silmaril che aveva guidato Eärendil, e dunque sarebbe morto in mare assieme al suo equipaggio.

Altri dicono invece che riuscì a raggiungere Valinor e a farsi ricevere dai Valar, ma questi gli dissero che non era in loro potere perdonare i Numenoreani i quali, agli occhi di Eru, si erano macchiati di orrendi crimini rinnegandolo e sostituendolo con Melkor nei santuari e che la sorte di Númenor era ormai segnata.

Tuttavia concessero alla gente di Amandil, che ancora si serbava fedele a Eru ed era amica degli Elfi, di abbandonare Númenor e fuggire nella Terra di Mezzo, e avrebbero posto la condizione ad Amandil sarebbe di rimanere a Valinor per sempre.

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